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Verità e Conseguenze della Trasformazione Digitale

Roland Alston, Appian
November 20, 2017

Un'intervista con Stephen Andriole: l'ultima di una serie di conversazioni con grandi pensatori, autori, studiosi e visionari su tutto ciò che riguarda la trasformazione digitale.

Stephen Andriole parla della trasformazione digitale

Stephen Andriole è Professore di Business Technology presso la School of Business dell'università di Villanova.

È autore, coautore e curatore di 33 libri sul mondo dell'IT, sui trend tecnologici e sulla gestione della tecnologia aziendale. Il suo ultimo libro è intitolato “The Innovator’s Imperative: Rapid Technology Adoption for Digital Transformation”. Andriole ha pubblicato oltre 500 articoli, monografie, resoconti e capitoli di libri.

Andriole è stato anche editorialista per Datamation Magazine , per la quale ha approfondito il tema della convergenza di tecnologie aziendale, ed è  assiduo collaboratore di Forbes Magazine  dove scrive di “tutto ciò che è digitale”.

Di recente, Appian ha discusso con Andriole del futuro della trasformazione digitale e del motivo per cui sono finiti i giorni dell'adozione graduale della tecnologia, in cui era possibile fermarsi a riflettere e poi decidere se allinearsi alle soluzioni già adottate dagli altri o stare invece a guardare per capire come si evolvesse la situazione.

In questa illuminante intervista, Andriole parla del modo in cui le tecnologie emergenti hanno annullato le tradizionali barriere alla concorrenza, intimorendo molti dirigenti.

Il messaggio di Andriole è chiaro: 

"Hai una grande azienda ben posizionata sul mercato e pensi di essere al sicuro da qualunque rivoluzione? È un assunto errato".

Leggi l'intervista qui sotto.

Appian: Professor Andriole, benvenuto in Digital Trailblazers.

Il suo ultimo libro, “The Innovator's Imperative” si basa sui cinque anni di ricerca da lei svolti presso l'Università di Villanova. Una delle scoperte sottolineate nel libro è che la trasformazione digitale e l'adozione rapida della tecnologia vanno di pari passo. Cos'altro ha evidenziato la sua ricerca? C'è stato qualche dato particolarmente sorprendente?

Andriole: Dunque, sì, ci sono state molte sorprese nei risultati emersi dai dati analizzati.  Una delle più grandi è stata che le aziende hanno quasi completamente abbandonato l'idea di trascorrere mesi o anni a tentare di mettere insieme i requisiti aziendali necessari all'implementazione di nuove tecnologie, soprattutto nel caso di tecnologie emergenti.

"Una volta, le aziende passavano anni a studiare la tecnologia tradizionale, come i sistemi di pianificazione delle risorse ERP, prima di implementarla. Oggi, invece, cominciano a utilizzarla prima ancora di aver capito a cosa può servire. Incredibile, no?"

Appian: Insomma, le aziende stanno abbandonando l'approccio tradizionale ai bisogni e all'analisi?

Andriole: Esatto. Le ragioni sono varie, ma una delle più comuni è la paura. Oggi le aziende sanno che non possono più passare tre anni a decidere se l'intelligenza artificiale o l'RPA abbiano davvero senso, perché la tecnologia si evolve sempre più velocemente e non possono farsi surclassare dalla concorrenza.

Molta di questa paura ha a che vedere con le incertezze sull'andamento della tecnologia, in particolare a livello di unità aziendali. Un tempo si pensava prima alle proprie esigenze, poi alla tecnologia da applicare. Adesso avviene l'esatto contrario.

Appian: Quindi qual è l'approccio migliore all'adozione della tecnologia?

Il Cloud Velocizza l'Adozione della Tecnologia

La nostra idea è che le aziende abbiano a disposizione un modo migliore per distinguersi dalla concorrenza.  I concetti di adozione tecnologica in più fasi, early adopter, fast-follower o late adopter sono ormai piuttosto comuni, ma non c'è più tempo per simili approcci, ormai diventati obsoleti.

"Il mondo è cambiato radicalmente: oggi, se non ti affretti a implementare le tecnologie più recenti, sono guai".

Appian: E i costi di adozione invece? Non sono un problema?

Il cloud ha consentito alle aziende di adattarsi molto più facilmente. Non devono più spendere una fortuna per provare una cosa nuova, come succedeva prima, con il rischio di fare una scelta sbagliata e subirne le conseguenze. Oggi, la tecnologia è nel cloud.  Basta farla provare a un paio di persone e vedere se funziona. In caso negativo, si può evitare di incorrere in costi elevati, che fino a qualche tempo fa erano il problema principale.

Appian: In sostanza, sta dicendo che vi sono luoghi comuni sui costi di adozione delle nuove tecnologie?

Andriole: Uno degli errori più gravi è credere che siano costose. I nostri dati, però, dimostrano che i direttori informatici hanno già superato questo scoglio, grazie alla disponibilità del cloud. Anche i direttori finanziari, ormai, cominciano a pensare che non sia così costosa.

Domare la Bestia dei Costi

E molti di loro hanno vissuto l'incubo dei costi dei tradizionali ERP: sistemi incredibilmente cari che ci mettevano anni a funzionare correttamente. Oggi, però, un pioniere delle tecnologie emergenti può andare da un dirigente della sua azienda e proporre un caso d'uso o un prototipo tramite cui ottenere un vantaggio competitivo per un approccio migliore.

Come nel caso dell'RPA e di altre tecnologie emergenti.

"La vera domanda è: avete il coraggio di mettere in gioco il vostro modello aziendale, se credete che abbia una scadenza? Tutti ce l'hanno".

Appian: Le sembra che i gruppi dirigenti stiano già entrando nell'ottica di un'adozione più rapida?Andriole: Sì. Nel corso della nostra ricerca abbiamo parlato con molti dirigenti, tra CIO, CFO, CMO, CTO e leader delle unità aziendali, e hanno capito. Sono i primi a percepire la paura: nessuno ci riesce meglio di chi è responsabile di un intero reparto aziendale. La flessibilità del cloud, poi, è l'ideale per loro. Una volta liberatisi della campana di vetro che ne ostacolava la propensione alle innovazioni tecnologiche, i dirigenti non vedono l'ora di provare qualcosa di nuovo.

Appian: Qual è l'insegnamento per i dirigenti senior?

"L'insegnamento è che la tecnologia è in continua evoluzione e che una concorrenza dirompente, per sua stessa natura, rende obsoleta l'idea di un'analisi approfondita dei requisiti, che richiederebbe un anno o due".

Se aspetti due o tre anni, finirai come Blockbuster: con tutta la competizione che c'è la fuori nel tuo settore, devi essere un pioniere delle nuove tecnologie. Non hai scelta, ma questo non vuol dire che tu debba spendere una fortuna per riuscirci.

Fallisci Rapidamente e Vai Avanti per la tua Strada

L'anno scorso, il contributo di CIO Magazine è stato determinante per la mia ricerca in questo settore. Lì descrivevano il forte desiderio di adozione delle tecnologie emergenti, con i potenziali rischi e benefici intrinseci, insieme a una crescente volontà di lasciarsi rapidamente alle spalle eventuali errori e andare avanti. Parlavano anche di come sia importante che i direttori informatici abbiano una una mentalità di questo tipo per poter affrontare l'era digitale attuale.

Appian: Ha detto che l'innovazione non è più un dilemma, ma un imperativo. Cosa intendeva esattamente? Qual è il rischio di non puntare sull'innovazione e sulle tendenze digitali emergenti?

Andriole: La sopravvivenza. Uno dei punti fondamentali dalla nostra ricerca è che l'adozione tempestiva della tecnologia è una questione di sopravvivenza. Si sa però che il momento più duro per il cambiamento si ha quando il modello aziendale è ancora redditizio. Nonostante il tasso di crescita possa non essere quello sperato, l'azienda sta comunque crescendo. È proprio questo il momento più difficile per attuare un cambiamento, specialmente in un'azienda pubblica.

Solitamente, la filosofia in questi casi è “se non è rotto, perché aggiustarlo?”.

"Certo, è difficile dire agli azionisti che si intende cannibalizzare la propria attività, anche per evitare eventuali spaccature. Meglio però che avvenga per opera vostra, piuttosto che per mano di una startup che sfrutta le tecnologie emergenti".

Appian: Ha passato molto tempo a parlare con i dirigenti di trasformazione digitale. Si tratta di un'esigenza urgente per le aziende?

Andriole: Ho parlato con molte aziende che dicono di volersi trasformare digitalmente.  È importante però capire da dove viene questa intenzione. Lo dicono solo per potere comunicare agli azionisti di essere all'avanguardia in fatto di nuove tecnologie? Vogliono poter dire agli investitori, nel caso di aziende private, che la loro è una società attiva e tecnologica? La questione però è: lo pensano poi davvero?

La Trasformazione è Motivata dalla Paura

Appian: Cosa distingue chi ci si dedica davvero da tutti gli altri?

Andriole: Secondo i dati che abbiamo raccolto, le aziende che prendono la questione sul serio sono quelle che sembrano sull'orlo del fallimento, quelle che perdono quote di mercato. Se volete trovare un'azienda che prenda la trasformazione digitale davvero sul serio, cercate tra quelle che sono in questa situazione. Perché ormai tutti pensano: “Dobbiamo differenziarci dagli altri”.

Appian: Cosa che ci riporta al problema della paura...

Andriole: Non c'è incentivo migliore per la trasformazione digitale. Quanto ci hanno messo i fornitori ERP a entrare nel cloud? Troppo, perché guadagnavano già bene con le installazioni in loco.

L'altra cosa che ho scoperto è che molte aziende non creano modelli delle proprie procedure, per cui non hanno idea di quanto le nuove tecnologie all'avanguardia li aiuterebbero a migliorare il servizio clienti, l'elaborazione dei reclami o altre attività di routine basate sulla conoscenza...

"Al contrario, chi ha creato dei modelli dei propri processi e determinato il potenziale applicativo di alcune tecnologie, sarà in pole position per una trasformazione più rapida. La cattiva notizia è che, secondo i nostri dati, ben poche aziende dispongono di modelli attuali e aggiornati delle proprie procedure aziendali".

Appian: Insomma, per alcune aziende l'approccio al digitale è un po' come lanciare la tecnologia contro il muro e vedere cosa resta attaccato?

Andriole: Proprio così. L'ideale, per la trasformazione digitale, è una totale apertura all'adozione delle nuove tecnologie, con un modello aggiornato dei propri processi aziendali e un team di gestione esperto, pronto e disposto a guidarla... spinto dalla paura.

Le Nuove Tecnologie Creano più Posti di Lavoro rispetto a quelli che Annullano

Non si tratta solo di vedere cosa resta effettivamente attaccato alla parete, ma di capire le proprie procedure abbastanza a fondo da sapere quale tecnologia dovrebbe rimanere attaccata.

Appian: Ha detto che non tutte le aziende possono, o dovrebbero, affrontare la trasformazione digitale. Sembra un po' un controsenso. Cosa intendeva?

Andriole: Prima di tutto, esistono procedure aziendali che vanno benissimo così come sono. Certo, non significa che debbano restare fossilizzate. Prendiamo per esempio la fornitura: negli ultimi 20 anni ha risentito notevolmente degli effetti dell'automazione. Pensate a quanto Amazon sfrutti l'automazione, nei suoi centri più moderni.

Al tempo stesso, però, ci sono sistemi di pagamento che si sono evoluti continuamente. Quel genere di procedure può progredire anche tramite un'evoluzione lenta. La cosa fondamentale è capire la differenza. Purtroppo, molte aziende non ci riescono, perché non comprendono a fondo le proprie procedure.

Appian: A questo proposito, quando si parla di RPA, c'è chi dice che la tecnologia elimini posti di lavoro. Lei cosa ne pensa?

Andriole: Penso che chi dice che l'automazione non porterà grossi cambiamenti nel mondo del lavoro sia un ipocrita. Sappiamo benissimo che non è così. Basta guardare la storia, e le innovazioni tecnologiche che l'hanno attraversata, per capire che le nuove tecnologie tendono a estromettere dal mercato certi tipi di aziende. Il fatto è che la tecnologia porta sempre dei cambiamenti, ma è anche vero che crea più posti di lavoro di quelli che sostituisce.

"La domanda da farsi è come gestire la transizione. Bisognerà prendere molte decisioni importanti in materia di formazione e di investimenti. Dire che le tecnologie emergenti non porteranno cambiamenti nel mondo del lavoro sarebbe un'ipocrisia".

Le nuove tecnologie emergenti non si limiteranno a rimpiazzare attività manuali di routine, ma potranno sostituire anche i lavoratori della conoscenza in lavori che richiedono ragionamenti deduttivi. Non è una novità: è così da anni.

L'RPA è la Chiave della Trasformazione Digitale

Appian: In base alle vostre ricerche, che ruolo avrà l'RPA nel percorso di trasformazione digitale?

Andriole: L'RPA è un ingrediente essenziale dell'intero processo. Un po' come una modellazione dei processi all'ennesima potenza. È la prossima fase del BPM, in cui io credo ancora molto, perché bisogna comprendere le procedure adottate per poterle trasformare. Tuttavia, sono anche favorevole a lanciare la nuova tecnologia contro il muro e vedere cosa resta attaccato, sempre che si tratti di un muro di processi.

Appian: Insomma, ormai l'RPA ha superato la fase di picco?

"L'RPA riguarda l'integrazione di tecnologie avanzate nei processi. Ma è anche l'incrocio tra la modellazione basata sui processi e l'intelligenza artificiale, che è una cosa meravigliosa. Oggi potremmo essere al culmine delle aspettative gonfiate sull'RPA, ma credo che la domanda rimarrà ancora molto elevata. Vengono costruite sempre più piattaforme, sempre più strumenti per l'RPA, e la tecnologia diventa sempre più intelligente e facile da implementare".

Appian: Ha detto che il percorso verso la trasformazione ha insidie. Cosa può fare la dirigenza per ridurre i rischi?

Andriole: Tutto parte dal cambiare la mentalità della propria organizzazione. In alcune aziende, va bene fallire. Nell'economia digitale, esiste l'idea che si può fallire rapidamente e contenendo le perdite, grazie al cloud. Quindi questo è il primo cambiamento da accettare. Il rischio non sta nel passare anni a vedere se la nuova tecnologia funziona, dilapidando una piccola fortuna.

Il problema è che, se la trasformazione viene effettuata nel modo sbagliato — o ignorata del tutto — si rischia di diventare obsoleti. Il rischio sta tutto nel modello di business che ci si sceglie: si vuole essere come Blockbuster o Netflix?

5 Cose sulla Trasformazione Digitale che Ogni Dirigente Dovrebbe Sapere

    • L'azienda deve tenere presente come le modifiche ai processi aziendali abbiano un impatto sul proprio modello di business. La loro revisione deve essere un attività continuativa.

    • La trasformazione digitale non ha necessariamente a che fare con nuove tecnologie; può riguardare anche tecnologie più tradizionali. Molte aziende non hanno ancora ottimizzato la loro tecnologia operativa standard, per non parlare dell'adozione di tecnologie nuove.

    • Le aziende con profitti più alti non sono sempre quelle più suscettibili a implementare progetti di trasformazione di successo. Anche i dati suggeriscono il contrario. Se le aziende sono già redditizie, non hanno ragione di apportare cambiamenti.

    • Devi essere tu a rivoluzionare il tuo settore, prima che ci pensi qualcun altro... Ormai è sempre più diffuso il fenomeno delle aziende di nicchia che sono aperte e sperimentare tecnologie prima di altre e finiscono per rivoluzionare un intero settore. Perciò è meglio mantenersi sempre qualche passo avanti, altrimenti si rischia di finire fuori strada. Non preoccuparti di perdere quote di mercato rispetto alla concorrenza, perché presto rivoluzionerai tutto il tuo settore.

    • La paura è il motivo principale che spinge i dirigenti a implementare la trasformazione digitale. Se volete trovare un'azienda che prenda la trasformazione digitale davvero sul serio, cercate tra quelle che perdono quote di mercato.