5 miti da sfatare sulla trasformazione digitale

Roland Alston, Appian Financial Services and Insurance
June 11, 2018

Un tempo, rendere un prodotto o servizio migliore e pi˘ economico poco per volta era un modo molto efficace per ottenere successo. Oggi non pi˘ cosÏ.

Nell'economia digitale le organizzazioni subiscono una pressione continua, che le obbliga a stare al passo di aspettative in continua evoluzione e trend digitali sempre nuovi.

Forse per questo che:

    • L'87% delle aziende Global 2000 ha dichiarato di aver programmato progetti di trasformazione digitale per il 2017, come dimostrato da un recente sondaggio di LTM

    • Il 54% degli intervistati considera la trasformazione digitale la priorit‡ assoluta per la propria azienda.

Qualche volta siamo in grado di individuare le tendenze in anticipo. E, se vogliamo, possiamo anticiparle e trasformarle in opportunit‡ di innovazione e di crescita.

Oppure possiamo aspettare di muoverci per inerzia e rischiare di essere travolti dalla rivoluzione digitale.

Meglio prevenire la trasformazione,innovando rapidamente, lavorando in maniera pi˘ intelligente e muovendosi a velocit‡ digitale.

Di seguito troverai un riepilogo di alcuni pregiudizi comuni sulla trasformazione digitale e del perchÈ dovresti starne alla larga.

Mito n. 1:la trasformazione digitale una sfida tecnologica.

Secondo Forbes, lo scorso anno l'84% dei progetti di trasformazione digitale andato in fumo. Gli esperti sono divisi sulle ragioni di un tasso di fallimenti cosÏ alto, ma molti concordano su due punti: primo, la cosa pi˘ difficile spingere le organizzazioni a cambiare; secondo, il percorso verso la trasformazione digitale dovrebbe partire con un miglioramento della strategia di business in un'ottica di economia digitale.

"Per prima cosa, bisogna sviluppare una visione del proprio settore rivolta al futuro".

David Rogers, autore di The Digital Transformation Playbook: Rethink Your Business for the Digital Age

"Occorre pensare a come tecnologie emergenti tra cui la Robotic Process Automation e l'intelligenza artificiale influenzeranno il proprio settore", afferma Rogers. "Si inizia cosÏ per poi elaborare strategie con cui la propria azienda possa evitare di farsi trovare impreparata in questo nuovo mondo".

"Per prima cosa, individua una strategia", afferma Rogers. "Poi, cerca di capire quali tecnologie potranno rivelarsi utili per implementarla nella tua organizzazione".

E per quanto riguarda il problema di spingere le persone a lavorare in modo diverso, interagendo tra compartimenti stagni come non hanno mai fatto o potuto fare prima? Qui entra in gioco il vero valore della trasformazione digitale.

"Mi piace considerarla in termini di dimensioni", ha affermato Vijay Gurbaxani in una recente intervista per il blog di Appian.com. Gurbaxani Founding Director del Center for Digital Transformation della University of California, Irvine.

"Prima di tutto, bisogna avere la giusta visione. Molte aziende pensano che la trasformazione digitale sia un'attivit‡ di marketing o un'iniziativa per migliorare l'esperienza cliente, o che si possano avere elementi digitali sparsi qua e l‡. Si tratta invece di un modo completamente nuovo e diverso di operare".

Vijay Gurbaxani

In fin dei conti tutto qua.

Pensa alla trasformazione digitale come a una visione e alla tecnologia come a un pezzo mancante di quel puzzle, uno strumento che puoi utilizzare per trasformare, piuttosto che qualcosa di fine a se stesso.

Mito n. 2:il modo migliore per ottenere una trasformazione digitale di successo adottare un approccio graduale.

Gli esperti non sono d'accordo: meglio concentrarsi su un modello di business tutto nuovo, piuttosto che apportarvi modifiche a poco a poco.

Non c' nulla di sbagliato nell'apportare modifiche graduali ai processi, l'importante non lasciare che questa mentalit‡ comprometta progetti pi˘ ambiziosi.

"La trasformazione digitale equivale alla metamorfosi da bruco a farfalla", dichiara George Westerman, autore di Leading Digital: Turning Technology into Business Transformation, considerata LA guida alla trasformazione digitale."Deve rendere pi˘ rapidi, agili e pi˘ vicini ai clienti, insomma, deve metterti le ali".

"Purtroppo, molte aziende millantano grandi progetti di trasformazione digitale, ma il problema che ambiscono solo a essere dei bruchi veloci, non farfalle".

George Westerman

Mito n. 3: una trasformazione digitale di successo inizia dall'interazione con il cliente.

Meglio iniziare dall'amministrazione. Se il backoffice non ben organizzato, con centinaia di migliaia di sistemi non connessi tra loro, alcuni vecchi, altri nuovi, difficile avere una visione unificata dei propri clienti.

Ecco perchÈ le migliori azioni volte alla trasformazione digitalepartono dall'amministrazione. Se eseguite nel modo giusto, ovviamente.Si pensi, per esempio, alla combinazione di Robotic Process Automation, Business Process Management, intelligenza artificiale e Case Management per automatizzare compiti ripetitivi, standardizzati e basati su regole fisse...

Usare questo tipo di automazione intelligente per integrare diversi sistemi e centralizzare i dati dei clienti al loro interno consente di ottenere una visione a 360∞ della propria clientela e di realizzare cose incredibili, che prima sarebbero state semplicemente impensabili.

Mito n. 4: i clienti chiedono servizi personalizzati, non l'automazione.

Esistono molti pregiudizi riguardo a cosa vogliano davvero i clienti: per esempio, si pensa che preferiscano ricevere servizi da persone, non da entit‡ automatizzate.

La verit‡ che a loro interessa ottenere il servizio che desiderano quando, dove e come vogliono.

Non importa se viene da una persona o da un robot.

I vantaggi di questo genere di personalizzazione sono tantissimi. Secondo eMarketer, nel complesso le vendite al dettaglio toccheranno quota 5,68 mila miliardi di dollari entro il 2021, mentre Accenture afferma che le aziende che sfruttano la trasformazione digitale per trasformare l'esperienza cliente hanno a disposizione un'opportunit‡ da 2,95 mila miliardi di dollari.

Se ancora non usi l'automazione per fornire un'esperienza cliente semplice e personalizzata, giunto il momento di cambiare.

Mito n. 5: l'aumento dell'automazione aziendale causer‡ la perdita di migliaia di posti di lavoro

L'ascesa dell'automazione una lama a doppio taglio: si perdono posti di lavoro ma se ne guadagnano altri.

L'automazione digitale temuta e odiata perchÈ si pensa che soppianti pi˘ posti di lavoro di quelli che puÚ creare. Quello che non viene preso in considerazione che l'automazione intelligente va a integrare le funzioni dei lavoratori altamente qualificati.

Per lavori poco qualificati che competono con la tendenza all'automazione, invece, vero l'opposto. Ladifferenza che l'automazione tende a integrare (e non a soppiantare) i lavoratori altamente qualificati.

"Si tratta di capire quali lavori integrano le tendenze digitali e quali invece ne subiscono la concorrenza diretta", afferma Morgan Frank ricercatore dell'MIT e coautore di "Small Cities Face Greater Impact from Automation", uno studio che stabilisce un legame empirico tra l'impatto dell'automazione e dell'urbanizzazione sull'occupazione.

"I lavori poco qualificati vanno a concorrere direttamente con l'automazione", afferma Frank. "Ma il machine learning, per dirne una, puÚ migliorare l'efficienza dei programmatori informatici altamente qualificati nel capire i dati e nello scrivere algoritmi per automatizzare compiti altrimenti eseguiti manualmente".

Morale: basandosi sulle sue ricerche all'MIT, Frank dice che la tendenza all'automazione non porter‡ alla perdita di posti di lavoro, in termini di tecnologie in uso e tecnologie attualmente nella pipeline.

Non si puÚ negare che certi mestieri e settori subiranno trasformazioni pi˘ profonde di altri in termini di forza lavoro, in quanto RPA e intelligenza artificiale li ridefiniscono in maniera diversa. Ecco qualche dato: Stando a un recente report del McKinsey Global Institute, entro il 2030 tra 75 e 375 milioni di lavoratori (cio dal 3 al 14 per cento della forza lavoro globale), dovranno cambiare ambito di impiego o aggiornare le proprie competenze.

Ma c' una buona notizia:

in un'ottica a lungo termine, se guardiamo alla storia e alle precedenti rivoluzioni tecnologiche, la tendenza all'automazione creer‡ pi˘ posti di lavoro di quelli che va a sostituire.

La domanda da : come gestire la transizione?

Bisogner‡ prendere una serie di decisioni forti in termini di formazione e di investimenti.