Skip to main content

Sette miti da sfatare sulla trasformazione digitale

Roland Alston, Appian
December 11, 2017

(Questo post stato pubblicato la prima volta l'11 dicembre 2017 e aggiornato il 28 novembre 2018).

"A quanto vedo," dice Lisa Heneghan, Global Lead per KPMG's Technology Consulting Practice "la trasformazione digitale fallisce quando viene trattata come un'implementazione tecnologica."

"Uno puÚ anche avere i migliori sistemi digitali al mondo," continua Heneghan. "Ma se la sua organizzazione non ha anche il personale, la capacit‡, i processi, la cultura e la mentalit‡ per sfruttare la tecnologia a sua disposizione, non si render‡ mai conto dei benefici che ne derivano".

Peraltro:

Oltre il 50% dei dirigenti senior considera l'approccio informatico e la mancata collaborazione fra dipartimenti i principali ostacoli alla trasformazione digitale.

CosÏ, almeno, dicono i dati del recente sondaggio di AppianFuture of Work.

Ma il fatto questo:i miti sulle disfunzioni organizzative possono finire per ostacolare il tuo percorso di trasformazione digitale pi˘ di qualunque altra cosa.

Molti dirigenti senior, per esempio, credono che cambiare la cultura aziendale sia una competenza "soft".

Al contrario, invece, esperti come Forrester lo definiscono uno dei pi˘ grandi ostacoli al successo della trasformazione digitale.

Per aiutarti a separare i fatti dalle semplici chiacchiere, ecco una rapida carrellata di miti sulla trasformazione digitale e perchÈ non dovresti crederci.

Mito n. 1: La trasformazione digitale una sfida tecnologica.

Uno dei fraintendimenti forse pi˘ comuni che l'alto tasso di vittime della trasformazione digitale sia un problema tecnologico.

La dura verit‡, perÚ, che il pi˘ grande ostacolo al successo della trasformazione digitale sono i problemi relativi alle persone.

Questo, almeno, il dato emerso da una serie di rapporti illuminanti sul recente sondaggio di Appian Future of Work.

Altri dati del sondaggio mostrano che le organizzazioni faticano a tenere il passo con la domanda di software di livello enterprise.

La situazione grave. Un sorprendente 50% delle applicazioni aziendali non viene consegnato o non soddisfa le aspettative.

E il costo-opportunit‡ di questo "debito tecnico" enorme:

    • Aumento della frustrazione dei clienti

    • Risposte pi˘ lente alle minacce della concorrenza

    • Perdita di opportunit‡ importanti

"Occorre iniziare sviluppando un'idea aziendale proiettata verso il futuro", afferma David Rogers, autore di The Digital Transformation Playbook: Rethink Your Business for the Digital Age.

"Occorre pensare a come le tecnologie emergenti, per esempio larobotic process automation e l'intelligenza artificiale, influenzeranno il proprio settore", afferma Rogers. "Si inizia cosÏ per poi elaborare strategie con cui la propria azienda possa sfruttare a proprio vantaggio le tendenze e non farsi trovare impreparata in questo nuovo mondo".

"Spingere le persone a lavorare in modo diverso, interagendo tra compartimenti stagni come non hanno mai fatto o potuto fare prima?» qui che emerge il vero valore della trasformazione digitale."

Mito n. 2:La trasformazione digitale riguarda l'ottimizzazione dei processi aziendali.

Meglio concentrarsi sul ripensare il proprio modello di business, non solo sull'ottimizzazione dei processi.

Non c' niente di male nell'apportare modifiche incrementali in questo senso.

La ricerca mostra che il 55% delle organizzazioni d‡ la priorit‡ al Business Process Management (BPM) per la propria attivit‡. Eppure, secondo i ricercatori di AIIM Market Intelligence, il 48% dice di avere scarsa familiarit‡ o scarsa comprensione del BPM.

Il trucco non lasciare che l'ottimizzazione dei processi vada a intralciare qualcosa di pi˘ grande.

"Trasformazione digitale vuol dire trasformarsi da bruco a farfalla. Dovrebbe rendervi pi˘ veloci, pi˘ agili e pi˘ vicini ai vostri clienti. Dovrebbe darvi le ali per poter volare."

CosÏ diceGeorge Westerman, autore di Leading Digital: Turning Technology into Business Transformation

"Purtroppo, molte aziende millantano grandi progetti di trasformazione digitale, ma il problema che ambiscono solo a essere dei bruchi veloci, non farfalle", dice Westerman.

Mito n. 3:Le aziende tradizionali non sono in grado di adattare la propria attivit‡ all'economia digitale.

I risultati delle ricerche dicono il contrario.

Sembra che molti investimenti avvengano da parte di aziende tradizionali nell'universo digitale.

Stando ai dati IDC, la spesa totale per la trasformazione digitale, infatti, aumenter‡ al ritmo del 17,9% entro il 2020, fino a toccare una quota impressionante pari a 2mila miliardi di dollari.

Le aziende tradizionali di maggior successo trasformano le operazioni e l'esperienza del cliente.

Cercano di avere una panoramica generale, e di non pensare soltanto alla crescita del progetto mobile, dell'AI o dell'esperienza del cliente.

Questi guru digitali ripensano il modus operandi delle loro aziende in previsione del futuro e poi cercano di trovare la giusta tecnologia per metterlo in pratica.

D'altro canto, gli esperti avvertono che molti settori tradizionali verranno travolti dalle tecnologie emergenti nel 2019 e oltre.

"La prossima ondata digitale sar‡ ancor pi˘ rivoluzionaria, in quanto riguarder‡ la trasformazione dei compiti della conoscenza", afferma Stephen Andriole, docente di Business Technology alla Villanova University.

"Il divario tra start-up e aziende di livello intermedio si ridurr‡ sempre pi˘ rapidamente", afferma Andriole."CiÚ significa che finita l'era in cui si seguiva la tecnologia in maniera del tutto casuale: la disponibilit‡ del cloud ha cambiato questa abitudine per sempre".

"Ora si puÚ creare un Uber nell'arco di 2 o 3 anni, non 8 o 10".

"Quel potenziale di trasformazione un cambiamento rivoluzionario", afferma Andriole. "Quindi, se pensi di possedere una grande azienda ben posizionata sul mercato e credi di essere al sicuro da qualunque rivoluzione... Beh, non lo sei".

Mito n. 4:Il modo migliore per dare il via alla trasformazione digitale partire dall'interazione con il cliente.

Molte aziende definiscono la rivoluzione digitale come un metodo per legittimare l'attenzione attribuita all'esperienza del cliente. PerchÈ? PerchÈ facile vederne i risultati.

Ma il modo migliore per iniziare adottare l'automazione all'interno dell'amministrazione, comprese Robotic Process Automation (RPA) e Intelligenza Artificiale (IA).

Con un'amministrazione confusionaria, risulta veramente difficile avere una visione completa del cliente.

Le migliori azioni volte alla trasformazione digitale partono prima di tutto dall'amministrazione. Una volta sistemato questo campo si possono ottenere cose eccezionali, impossibili da realizzare prima.

Mito n. 5:I clienti chiedono servizi personalizzati, non l'automazione.

Amazon consiglia letture in base ai libri acquistati in passato. Netflix raccomanda film e serie televisive basandosi sui contenuti visti in precedenza.

Un'IA in grado di dare consigli pi˘ intelligenti, veloci e migliori puÚ portare a un aumento delle vendite e a un maggior numero di rinnovi degli abbonamenti.

La sorprendente evoluzione dell'intelligenza artificiale permetter‡ alle organizzazioni di migliorare l'esperienza dei clienti molti modi diversi.

Esistono parecchie ipotesi errate su ciÚ che possono volere i clienti: una di queste l'idea che vogliano essere serviti dalle persone e non tramite l'automazione.

La verit‡ che i clienti vogliono un servizio personalizzato, ma non gli importa se lo ricevono da un robot o da una persona in carne e ossa.

Un modo per personalizzare il servizio affidarsi a un potente software di Business Process Managementche consenta di gestire un'ampia gamma di dati, processi e tecnologie di automazione in tutta l'organizzazione.

https://youtu.be/q_D-UKvisIg

I vantaggi della personalizzazione sono tantissimi.

Secondo eMarketer, le vendite al dettaglio complessive toccheranno quota 5,68 mila miliardi di dollari entro il 2021, mentre Accenture afferma che le aziende che sfruttano la trasformazione digitale hanno a disposizione un'opportunit‡ di un valore di 2,95 mila miliardi di dollari per trasformare l'esperienza del cliente.

Insomma, se ancora non usi l'automazione per fornire un'esperienza del cliente personalizzata, giunto il momento di cambiare rotta.

Mito n. 6: Nell'adottare nuove tecnologie, meglio puntare alla perfezione che ad anticipare gli altri.

Non quando l'innovazione corre a ritmi mai visti prima o quando il cambiamento viene considerato sempre pi˘ come la normalit‡ e ci sono meno barriere per l'accesso.

Limitarsi ad aumentare l'efficienza delle operazioni non pi˘ sufficiente.

Secondo un studio Harvard Business Review, per raggiungere una copertura del 10% l'energia elettrica ha impiegato 30 anni, i telefoni 25 anni, ma i tablet meno di 5. Sono trascorsi oltre 60 anni prima che i telefoni arrivassero a coprire il 40% del mercato.

Al confronto, gli smartphone sono penetrati nel 40% del mercato in soli 10 anni.

I leader digitali sono riusciti a sopravanzare gli altri, capendo che l'economia del mondo digitale diversa da quella del mondo materiale.

Molti di questi giganti digitali hanno tratto vantaggio dal fatto di essere stati i primi innovatori o aziende all'avanguardia, riuscendo cosÏ a conquistare la fetta pi˘ grande del mercato.

Quello che conta, quindi, arrivare per primi, pi˘ che essere perfetti.

Mito n. 7: L'automazione digitale elimina posti di lavoro.

Un altro grande fraintendimento riguarda la preoccupazione che l'IA possa portare via il lavoro alle persone.

Il vero problema, infatti, non sono tanto i posti di lavoro, quanto la parit‡ economica e il dibattito sulle disuguaglianze.

"Pertanto, il punto non : Avremo ancora un lavoro?" dice l'esperto di IA e autore di Prediction Machines Avi Goldfarb. "Il punto : Quei posti di lavoro saranno buoni?"

"E i benefici dell'IA saranno distribuiti in modo che la gente possa trovarli giusti ed equi? Una domanda molto pi˘ difficile", dice Goldfarb.

Pare quindi che l'ascesa dell'automazione sia il racconto di due diverse tendenze: posti di lavoro persi e guadagnati.

SÏ, l'automazione causer‡ una rivoluzione nella forza lavoro, orientandola a lavori di livello pi˘ elevato.

Stando a un recente report del McKinsey Global Institute, entro il 2030 tra 75 e 375 milioni di lavoratori (cio dal 3 al 14 per cento della forza lavoro globale), dovranno cambiare l'ambito di impiego o aggiornare le proprie competenze.

D'altra parte, se si guarda alla storia della tecnologia e alle ondate che si sono susseguite, anche vero che le nuove tecnologie tendono a creare pi˘ posti di lavoro di quanti ne sostituiscono.

La domanda : come si gestisce la transizione? Prendendo decisioni difficili su investimenti e formazione della forza lavoro.

In conclusione, il segreto del successo fare in modo che tutta l'organizzazione sia coinvolta nel processo di trasformazione e innovazione digitale.

Questa la potenza del moderno sviluppo di applicazioni low-code.

Tale tecnologia consente di eliminare gli attriti all'interno dell'IT e di favorire la collaborazione, offrendo al personale non sviluppatore la possibilit‡ di partecipare alla creazione di soluzioni e di testarle con i clienti.

L'approccio opposto consiste nell'affidare la responsabilit‡ dell'innovazione solo a un gruppo di persone operanti nel reparto IT. Tuttavia, tale approccio puÚ provocare rallentamenti, puÚ scoraggiare gli utenti e ridurre la trasformazione digitale a un semplice termine in voga.

"Il segreto concentrarsi sull'esperienza del cliente e utilizzare l'automazione dei processi per offrire un'esperienza digitale migliore, collegando le infrastrutture front end e back end dell'organizzazione", afferma Clay Richardson, Co-Founder e CEO di Digital FastForward".

"» importante che la trasformazione digitale non sia solo un processo, ma un'opportunit‡ per consentire al personale di concentrarsi su mansioni ad alto valore", dichiara Richardson.